Ecco quanto costa un ICT obsoleto alle aziende

Gran parte del tempo viene utilizzato per cercare file sui server e per attendere l’accensione della stampante. Eppure con gli strumenti giusti il 70% dei lavoratori italiani sarebbe più produttivo.
Lo dice una ricerca condotta da Censuswide per conto di Sharpogni lavoratore spreca 19 giorni lavorativi all’anno a causa di inefficienze e inadeguatezze tecnologiche e ICT.
Tali criticità si ripercuotono sulla produttività, sulla soddisfazione dei lavoratori e sui costi da sostenere.

La classifica degli sprechi ICT

Il sociologo Domenico De Masi, che ha presentato a Roma i numeri di tale report, afferma che il primo ostacolo da affrontare è quello di far metabolizzare agli utenti le nuove tecnologie, che se utilizzate nel modo corretto rappresentano uno strumento straordinario.
Nel dettaglio: la parte più consistente del tempo sprecato sta nella ricerca dei file (23 minuti al giorno) perché non si hanno gli strumenti di ricerca adeguati. A seguire, l’utilizzo della stampante (15 minuti al giorno) e la strumentazione audio-video (8 minuti al giorno).

La situazione italiana, maglia nera

A livello di Unione Europea tali inefficienze costano alle aziende una media di 19 giorni a lavoratore, quasi quattro settimane di ferie.

In Italia la situazione è ancora più grave:

  • il 53% dei lavoratori ritiene il proprio posto di lavoro non al passo con l’evoluzione tecnologica.
  • il 68,2% sarebbe più produttivo se fosse a disposizione una migliore dotazione IT.
  • il 45,9% sarebbe più motivato e creativo.

La tecnologia deve semplificare la vita lavorativa

La tecnologia obsoleta o di difficile utilizzo rallenta le persone nello svolgimento della propria attività, mentre invece dovrebbe semplificarla e renderla più veloce.
Ma le aziende dovrebbero fare la loro parte su due fronti: da una parte comprendere il potenziale e l’importanza di tecnologie innovative e interconnesse, dall’altra sviluppare competenze umane e tecniche in grado di apprezzare la portata di questo nuovo metodo di lavoro.

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Fonte dell’articolo: Corriere Comunicazioni

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ICT

L’ICT come strumento per un passaggio culturale

ICT

Quando si parla di Industria 4.0, è necessario ampliare il raggio di azione e considerare, oltre ai molteplici vantaggi tecnologici, anche il salto qualitativo di mentalità che lo sviluppo del cloud e dell’Internet of Things comportano, soprattutto in ambito ICT.

L’utilizzo della sola tecnologia infatti non basta; un approccio adeguato è fondamentale per permettere un aumento della competitività aziendale: occorre mantenere un collegamento costante tra linea di business e fabbrica, tramite un contatto continuo e uno scambio ininterrotto di dati.

La tavola rotonda organizzata da Soleil International, ha visto come protagonisti i temi della progettazione, produzione e logistica nella fabbrica 4.0 dal punto di vista dei fornitori di tecnologie in ambito ICT.

PRO.FILE Italia, rappresentato dall’Ing, Enrico Borca, ha approfondito il tema del PLM: “L’applicazione dell’Internetof Things o dell’Industrial Internet of Things (IIoT) ai prodotti permette agli stessi, attraverso i sensori, di trasferire moltissimi dati […] all’azienda produttrice; di conseguenza diventa compito dell’azienda stessa gestire tutta questa moltitudine di dati provenienti dal campo. Il sistema di Product e Document Lifecycle Management PRO.FILE permette l’archiviazione di tutti questi dati nella propria cassaforte elettronica, oppure attraverso il sistema di cloud sharing PROOM […]. […] il sistema di Product e Document Lifecycle Management PRO.FILE e la piattaforma in Cloud PROOM sono certamente tecnologie abilitanti per le aziende che vogliono cogliere oggi le opportunità offerte dall’IIoT come hanno già fatto molti nostri clienti del settore manifatturiero”.